Cittadini senza politica. Politica senza cittadini by Valentina Pazé

Cittadini senza politica. Politica senza cittadini by Valentina Pazé

autore:Valentina Pazé [Pazé, Valentina]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, Civics & Citizenship
ISBN: 9788865791677
Google: Eu_EDAAAQBAJ
editore: Associazione Gruppo Abele Onlus - Edizioni Gruppo Abele
pubblicato: 2016-09-19T08:32:31+00:00


Nuovi soggetti politici cercansi

L’esigenza di inventare nuove forma di organizzazione che permettano di aggirare la «legge ferrea delle oligarchie» è oggi sentita soprattutto nel confuso e articolato arcipelago della sinistra «extraparlamentare». Quella che, dopo essersi accapigliata, divisa e variamente ricomposta; dopo avere accumulato frustrazioni e sconfitte; dopo essersi fatta scavalcare dal Movimento 5 Stelle nella capacità di intercettare il voto dei delusi e degli arrabbiati, da alcuni anni si interroga su una possibile nascita di un soggetto politico nuovo, in grado di contrastare l’egemonia neoliberale. Nel 2012 un gruppo di intellettuali e personalità del mondo della sinistra ha assunto l’iniziativa, promuovendo Alba (Associazione per il lavoro, i beni comuni e l’ambiente). Il Manifesto per un soggetto politico nuovo con cui tale gruppo si è presentato pubblicamente si apre constatando la tragica inadeguatezza dei partiti esistenti:

Oggi in Italia meno del 4% degli elettori si dichiarano soddisfatti dei partiti politici come si sono configurati nel loro paese. Questo profondo disincanto non è solo italiano. In tutto il mondo della democrazia rappresentativa i partiti politici sono guardati con crescente sfiducia, disprezzo, perfino rabbia. Al cuore della nostra democrazia si è aperto un buco nero, una sfera separata, abitata da professionisti in gran parte maschi, organizzata dalle élite di partito, protetta dal linguaggio tecnico e dalla prassi burocratica degli amministratori e, in vastissima misura, impermeabile alla generalità del pubblico. È crescente l’impressione che i nostri rappresentanti rappresentino solo se stessi, i loro interessi, i loro amici e parenti. Quasi fossimo tornati al Settecento inglese, quando il sistema politico si è guadagnato l’epiteto di “Old Corruption”133.

Di qui l’esigenza impellente di dar vita a un nuovo «soggetto politico» (non un partito), che rompa con il modello dei partiti socialdemocratici e comunisti del Novecento, vada oltre la prassi della delega, crei nuovi canali di partecipazione dal basso, mantenga salde radici piantate nella società. La sua struttura dovrà essere «non piramidale, ma confederale, senza un centro nazionale fisso ma con un coordinamento itinerante e a rotazione che si sposti regolarmente da regione a regione». Tra i suoi princìpi ispiratori: «trasparenza non segretezza, semplicità non burocrazia, potere distribuito non accentrato, servizio non carrierismo, eguaglianza di genere non enclave maschili, direzione e coordinamento collettivo e a rotazione, non di singoli individui carismatici». Tra gli strumenti da adottare per assicurare processi decisionali effettivamente condivisi: referendum on line, ma anche nuove procedure ispirate ai bilanci partecipativi o agli electronic town meeting, come il Party (acronimo di Partecipazione attiva riunendo tavoli interagenti), che consentirebbe di superare gli effetti perversi dell’assemblearismo, coniugando la discussione a piccoli gruppi, assistita da «facilitatori», e il coordinamento tra le varie proposte attraverso strumenti informatici134.

Analoghi auspici e proponimenti sono risuonati, negli anni successivi, nelle assemblee e nei dibattiti on line di aggregazioni come Cambiare si può o come la più recente L’Altra Europa, nata come lista elettorale per sostenere la candidatura di Alexis Tsipras alla presidenza della Commissione europea e successivamente fattasi promotrice dell’ennesimo appello a dar vita a un soggetto politico in grado di unire le membra disperse della sinistra anti-capitalista e anti-austerità.



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